Mobile e social media: il rapporto fra attenzione e information overload

[post a cura di Fabio Giglietto]

Nonostante l’Italia non mostri significativi progressi nella diffusione dell’accesso a Internet, nel nuovo ecosistema dell’informazione si vanno delineando degli stili di consumo sempre meglio definiti che da una parte sembrano sollevare nuovi problemi e dall’altra lasciano intravedere innovative soluzioni a problemi noti.

La crisi della carta stampata è confermata dal confronto fra i risultati dell’indagine 2011 e 2012. Calano anche tutti i media tradizionali con la significativa eccezione delle televisioni allnews. Aumenta infine il numero di italiani che si informa su Internet.

L’età è un fattore importante nell’influenzare gli stili di consumo. La quasi totalità dei giovani adulti dichiara di informarsi su Internet, ma dai dati emerge uno stile di consumo ben diverso dal passato. Si tratta di uno stile che si distanzia dalle pratiche legate alla routine e all’informazione legata agli appuntamenti offerti dal sistema dell’informazione. I giovani adulti tendono ad imbattersi nelle notizie o a consultare rapidamente le fonti on demand e digitali quando hanno tempo libero. Questo stile di consumo comporta il rischio di rinunciare all’approfondimento?

A giudicare dai dati sul comportamento degli utenti che si informano attraverso smartphone e tablet si direbbe di no. Il problema dell’information overload è infatti meno sentito da questa categoria di utenti. Sembra infatti che la possibilità di utilizzare i tempi morti degli spostamenti per consultare le informazioni compensi il fatto che questi utenti siano esposti ad una maggiore quantità di segnalazione di notizie rispetto agli altri utenti che si informano in rete.

Proprio le segnalazioni che arrivano dai social media come Facebook e Twitter sembrano essere positivamente correlati con l’interesse per informarsi in rete attraverso i canali tradizionali come i siti dei quotidiani online e le App per smartphone e tablet.

Nella presentazione che segue sono riepilogati i dati principali dati a supporto di queste linee di ricerca.

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Informazione e genere: una questione ancora aperta

 

[post a cura di Alessandro Bellafiore]
Le donne italiane mantengono a tutt’oggi delle significative forme di marginalità rispetto all’accesso ad alcuni mezzi di informazione; questo elemento è ancor più tangibile in relazione all’utilizzo di Intenet: il rapporto tra uomini e donne si ribalta rispetto a quello della popolazione italiana, con una netta predominanza maschile (se la composizione del campione è M 47,3%, F 52,7%, tra gli utenti di Internet troviamo M 53,3% e F 46,7%).
Un divario che si manifesta anche in piattaforme come quelle social networking e nell’attività di ricerca di notizie basata sull’accesso alla rete, nella quale gli uomini sono non solo più attivi, ma ricercano notizie su un numero superiore di argomenti.

 

Nel quadro di una rete non proprio democratica dal punto di vista del genere, un dato interessante emerge nell’analisi della distribuzione geografica di coloro che, oltre a fruire di notizie in rete, contribuiscono con commenti o informazioni proprie.

In questa categoria di consumatori partecipativi di informazione si ha una significativa presenza di utenti donna nel meridione e nelle isole, che viene a disegnare una distribuzione su base nazionale meno scontata e penalizzante, come mostrato nella figura.

Se dunque nel mondo delle fonti di informazione basate sull’utilizzo di Internet, la presenza e l’attività delle donne resta sensibilmente più contenuta – pur con alcune eccezioni – alcune tendenze lasciano sperare in un possibile, seppure non repentino, assottigliarsi del digital divide tra uomini e donne, verso un’uguaglianza di genere (almeno digitale!).

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I risultati dell’indagine 2012 saranno presentati in anteprima domenica 29 aprile, presso la Sala Raffaello dell’Hotel Brufani durante lo spazio future12 del Festival del Giornalismo di Perugia.

Prosegue, nei prossimi giorni la pubblicazione di post curati dai ricercatori coinvolti nel progetto che anticipano alcune delle linee di indagine seguite.

Nord Centro Sud e Tecnologie digitali: un paese in frenata

Percentuale di Utenti Internet 2010 - 2011 a confronto

[post a cura di Luca Rossi]
Secondo i dati della nostra ultima rilevazione la penetrazione di Internet appare abbastanza omogenea nelle tre principali zone geografiche del paese con un massimo del 61% al nord ed un minimo del 58,7% al sud – passando per il 60% del centro-. Questa omogeneità è riscontrabile  nell’utilizzo di quasi tutti i servizi presi in considerazione dove se non c’è una quasi perfetta omogeneità come nel caso dell’email (92,3% al nord, 90,9% al centro e 92% al sud) o delle news online (94,1% al nord, 93,4% al centro e 94,8% al sud) si osservano lievissimi scostamenti come nel caso dei SNS di stampo professionale come LinkedIn (13,3% al nord, 14% al centro, 15,6% al sud). Un caso a parte è rappresentato dai SNS non professionali (Facebook e Myspace) che mostrano una certa differenza nell’uso a favore delle regioni meridionali: 47,2% al nord, 56,2% al centro e 65,6% al sud.

Un dato interessante emerge se si confrontano i dati rilevati nel 2011 con i dati della rilevazione gemella svolta nel 2010. In questo modo si osserva quello che potremmo definire un fenomeno di frenata nella dinamica di adozione delle tecnologie digitali da parte del paese. In particolare si nota come nel passaggio dal 2010 al 2011 la crescita di uso delle tecnologie digitali analizzate abbia registrato una crescita molto modesta al nord (quando non un vero e proprio calo come nel caso dell’email passata dal 95,5% del 2010 al 92,3 del 2011) a fronte di una crescita importante al centro e al sud. Il risultato di questo fenomeno che possiamo osservare con cifre diverse per email, news, sns professionali e sns non professionali è stato un sostanziale allineamento delle tre aree geografiche verso i valori che lo scorso anno erano propri del nord Italia.

Se da un lato questo allineamento è potenzialmente positivo perché colma delle differenze all’interno del paese che spesso erano anche molto marcate dall’altro lascia perplessi perché i valori ai quali l’adozione di queste tecnologie si è stabilizzata nel 2011 sono quasi tutti – ad eccezion fatta forse dell’email – molto al di sotto degli altri paesi europei. In quest’ottica non si può quindi parlare di forme di saturazione per le quali l’adozione di quelle tecnologie non può più crescere per motivazioni strutturali ma occorre invece indagare più in profondità per capire quali sono gli elementi  – probabilmente di natura socio-culturale – che frenano questa adozione.

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I risultati dell’indagine 2012 saranno presentati in anteprima domenica 29 aprile, presso la Sala Raffaello dell’Hotel Brufani durante lo spazio future12 del Festival del Giornalismo di Perugia.

Prosegue, nei prossimi giorni la pubblicazione di post curati dai ricercatori coinvolti nel progetto che anticipano alcune delle linee di indagine seguite.

Cittadini, informazione e nuove tecnologie: alcuni dati di contesto su Italia e UE

Internet access in Europa - Fonte Eurostat

[post a cura di Mario Orefice]

Rispetto al 2011, secondo i dati forniti dall’Istat, la quota di famiglie con accesso a Internet è passata dal 52,4% al 54,5%. Tra le famiglie connesse, quelle con alti livelli di dotazione tecnologica hanno al loro interno almeno un minorenne in 8 casi su 10. All’estremo opposto ritroviamo le famiglie di soli anziani di 65 anni e più. Tra queste, l’11,3% possiede un personal computer, il 9,4% ha una connessione a Internet mentre il 68,2% possiede un cellulare. Questo ultimo dato, ad ogni modo, è in linea con l’aumento generale delle famiglie in possesso di cellulare (91,6%). Il personal computer, invece, è presente nel 58,8% delle famiglie.

Nel 2011 la percentuale di utenti internet è passata dal 48,9% al 51,5% con un +2.6%. Performance che si rivela molto modesta se raffrontata coi dati dell’UE. Secondo l’Eurostat, infatti, la quota di utenti regolari della Rete è al 56% (mentre il 68% utilizza internet almeno una volta alla settimana). Ad alzare la media sono però paesi come Svezia e Finlandia che fanno registrare quote superiori all’80%. L’Italia, assieme a Grecia e Romania, veste i panni del fanalino di coda piazzandosi solo al quintultimo posto. Mentre la distribuzione per età e titolo di studio mostra similitudini tra internet users nostrani ed europei, emergono differenze in base al genere. Di fatti, se in Italia il divario tra maschi e femmine è al +10% in favore dei primi (46,7% contro 56,6%), a livello europeo, il differenziale si dimezza con le donne al 65% e gli uomini al 70%.

Per quanto riguarda le attività che si svolgono in rete Italia ed Europa appaiono più allineate. La maggior parte degli utenti, infatti, usa la rete per ricercare informazioni su merci e servizi, leggere  news e consultare wiki. Gli utenti internet europei che vanno alla ricerca di servizi sono attorno all’80% mentre l’Italia è all’88,2%. Gli internauti europei che leggono notizie su testate on line sono il 56%. Quota che, rispetto al 2010, fa registrare un +6%. Trend simile si è concretizzato anche nel nostro paese dal momento che la percentuale di utenti della Rete che compie tale attività è passata dal 44% del 2010 al 51% nel 2011 (+7%).

Il Mainstream vive e lotta per il suo primato

Presentazione dell'Edizione 2011
[post a cura di Lella Mazzoli]

C’è ancora il mainstream? Ho provato a fare questa domanda, provocatoriamente a un giornalista televisivo. E mi ha risposto. – Ho tre figli. Vorrai mica chiudere la tv?! –

È chiaro che il mainstream non solo c’è ma ha ancora un ruolo importante nella informazione del cittadino. Ancora di più l’ha per l’intrattenimento.
Lo dimostrano i dati della seconda edizione della ricerca News Italia. La stessa ricerca dimostra anche che c’è un orientamento, che abbiamo già osservato nei risultati dell’indagine dell’anno passato, che mette in evidenza l’aumento di coloro che usano la rete per informarsi. Nonostante gli italiani siano, con poche altre popolazioni, agli ultimi posti nell’uso di Internet.
Stupisce che tra coloro che accedono alle notizie dai siti Internet siano in aumento donne e cittadini del Sud del Paese. Notiamo perciò, rispetto alla scorsa indagine, una sorta di ri-equilibrio nell’uso della rete sia relativamente al gender che all’appartenenza territoriale. Pare quasi che il digital devide si stia riducendo rispetto, quanto meno, alle categorie cui ho fatto riferimento. E questo non può essere che interessante per me donna che vive in terra di confine tra nord e sud.
Sono solo osservazioni che però permettono alcune interessanti riflessioni. Ad esempio che nello sviluppo tecnologico chi arriva dopo non sempre rimane arretrato, piuttosto riesce a raggiungere e a volte a superare i pionieri in tempi molto più ridotti rispetto a quelli resi necessari da chi è partito prima. Nel nostro caso ciò avviene anche perché le popolazioni giovani hanno comportamenti analoghi sia che vivano al sud, al centro o al nord o che siano femmine o maschi. Pare che la tecnologia della rete sia ugualmente amata. (La nostra ricerca non parla di nativi digitali, non sono ancora il nostro campione dato che non abbiamo intervistato minorenni e per nativi comunemente vengono intesi coloro che oggi hanno dai 16 anni in giù. Possiamo però credere che i giovani da noi intervistati possano avere comportamenti simili a quelli dei veri nativi).
Dunque un progressivo  abbandono del mainstream (quotidiano nazionale: -4%, quotidiano locale: -5%, notiziario TV locale: -4%) per un relativo aumento di ricerca di news nella rete (+7%). Lo conferma, ma solo in parte, anche una mia osservazione non scientifica ma di un qualche interesse. Ogni anno all’inizio del corso di Sociologia della comunicazione che tengo all’università di Urbino Carlo Bo, chiedo ai ragazzi quanti di loro non guardano la tv. Il numero dei non-telespettatori ogni anno è in aumento. Ma non a favore della ricerca di news nella rete.
Altra nota: Crescono solo del 3% – meno di quanto ci si attendeva visto il numero di smart phone venduti per Natale – coloro che si informano attraverso i mobile la qual cosa fa riflettere su come si usano le tecnologie. E’ noto che la tecnologia è percentualmente utilizzata in modo ridotto rispetto alle sue potenzialità, ma la diffusione di tablet e Smart phone mi avevano indotto a pensare che gli italiani facessero acquisti più mirati e che l’informazione mobile avesse o avrebbe potuto modificare l’accesso alle news. Evidentemente il mainstream è ancora forte e i giornalisti televisivi possono stare ancora tranquilli. Ancora. Ma per quanto? I nostri dati, ma anche quelli ISTAT, Eurostat, Pew Internet Research in Usa, ci suggeriscono di stare all’erta. Qualcosa si sta trasformando forse più velocemente di quanto appare.

“Non c’è dubbio che i nuovi strumenti di trasmissione e gestione della conoscenza possono essere particolarmente sfidanti (anche) per chi non sia nato con essi”. Così Luca De Biase nell’ultimo Nova del 1 aprile 2012 nel recensire il bel libro di Rheingold.

Tant’è!

Lella Mazzoli

I risultati dell’indagine 2012 saranno presentati in anteprima domenica 29 aprile, presso la Sala Raffaello dell’Hotel Brufani durante lo spazio future12 del Festival del Giornalismo di Perugia.

Prosegue, nei prossimi giorni la pubblicazione di post curati dai ricercatori coinvolti nel progetto che anticipano alcune delle linee di indagine seguite.