Più critici, curiosi e informati attraverso i social network

Giovedì 10, nel corso dell’atelier “Collaboratorio di Intelligenza Connettiva” organizzato dalla redazione di Media 2000 presso la sede della FIEG, presenteremo, in anteprima, un primo estratto dei risultati dell’ultima indagine dell’osservatorio su come si informano gli italiani. Il focus di quest’anno è sull’informazione culturale (i risultati saranno presentati durante il Festival del Giornalismo Culturale di Urbino il 25 Aprile). Nel corso dell’evento di Roma, al quale parteciperanno fra gli altri Derrick de Kerckhove, Giulio Anselmi e Mariapia Rossignaud, Lella Mazzoli presenterà i primi dati relativi a come si informano i giovani Italiani.

Ne esce un interessante spaccato di cui vi anticipiamo tre aspetti fondamentali.

L’uso delle fonti in rete in una giornata tipo, confermando il trend degli anni precedenti, vede Internet affermarsi come la piattaforma di informazione privilegiata dai giovani Italiani. Rispetto alle piattaforme tradizionali osserviamo un ulteriore calo dei quotidiani cartacei e una relativa stabilità dell’uso della TV nazionale.

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Rispetto alle fonti di informazione usate in rete, prevalgono i siti dei quotidiani nazionali e locali seguiti da siti specializzati. In forte crescita l’uso informativo dei social media.

Sembrano inoltre emergere alcuni atteggiamenti caratterizzanti il consumo di informazione dei giovani.

Da un lato, rispetto al campione complessivo, fra i giovani (18-29 anni) sembra prevalere un approccio di tipo più “critico-disilluso”. I giovani ritengono infatti l’informazione schierata (87%), privilegiano fonti di notizie che non hanno un punto di vista particolare (62%) e sono meno soddisfatti della copertura sulle notizie più importanti fornita dai media (55%).

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D’altra parte sembra emergere un atteggiamento di curiosità verso l’informazione. In particolare rispetto al campione totale, a più della metà dei giovani piace imbattersi in notizie riguardo argomenti di cui non si era interessato in precedenza.

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Per conoscere tutti gli altri dati vi diamo appuntamento giovedì pomeriggio a Roma e per il Festival del Giornalismo Culturale.

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Le news, i media e gli Italiani nel 2014

Come ogni anno dal 2011, anche nel 2014 abbiamo intervistato telefonicamente un campione di Italiani (N=1013) per comprendere e monitorare le abitudini di consumo dell’informazione nel passaggio dai media tradizionali a quelli digitali. Nelle prossime settimane presenteremo i dati completi dell’indagine, ma nel frattempo vogliamo anticiparvi una fotografia che riguarda il trend di utilizzo delle piattaforme che monitoriamo.

Abbiamo chiesto agli Italiani se, in un giorno normale, ottenessero notizie dai notiziari delle TV nazionali in chiaro, all news e locali, dai quotidiani locali e nazionali, dalla radio, attraverso internet e dispositivi mobile (come smartphone e tablet).

Il grafico che segue visualizza gli andamenti più significativi:

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Durante l’ultimo anno abbiamo assistito ad un ulteriore significativo calo nell’utilizzo dei quotidiani nazionali e locali. A questo calo, non corrisponde tuttavia, un altrettanto significativo aumento nell’utilizzo delle piattaforme digitali (anche se registriamo fra le fonti internet un +7% nell’utilizzo dei siti web dei quotidiani nazionali e locali).

Gli altri media non hanno fatto registrare variazioni significative rispetto all’ultimo anno. In particolare l’utilizzo del mezzo televisivo non sembra aver subito alcun danno dall’avvento delle piattaforme digitali. Le percentuali relative a questa piattaforma, eccezion fatta per un incremento nell’utilizzo delle reti all news, non variano significativamente dal 2011.

Anche l’utilizzo della radio non varia in modo significativo rispetto al 2013 e sembra dunque aver arrestato l’emorragia di ascoltatori che avevamo invece registrato nella precedente rilevazione.

Pubblicheremo gli altri dati nel corso delle prossime settimane, ma intanto possiamo annunciare che quest’anno abbiamo fatto uno specifico focus sull’informazione culturale che sarà oggetto di dibattito durante l’edizione 2014 del Festival del Giornalismo Culturale (Urbino, 25 26 e 27 Aprile).

Presentazione risultati dell’indagine 2013

Mercoledì 24 Giugno, nell’ambito del Festival del Giornalismo di Perugia, presenteremo con la moderazione di Pier Luca Santoro, i risultati della terza edizione dell’indagine NEWS-ITALIA.

La presentazione si svolgerà presso l’Hotel Sangallo a partire dalle 17.

Maggiori informazioni a http://www.festivaldelgiornalismo.com/programme/2013/news-italia.

Presentazione del volume Il patchwork mediale e del report edizione 2012

Si svolgerà il 31 Maggio ore 11:30 presso l’Istituto Luigi Sturzo a Roma (Via delle Coppelle, 35), la presentazione del volume Il patchwork mediale. Comunicazione e informazione fra media tradizionali e media digitali di Lella Mazzoli.

Nella prima parte del volume, l’autore presenta i principali riferimenti teorici necessari a comprendere le trasformazione dell’ecosistema mediale al quale stiamo assistendo.  La seconda parte presenta una analisi dei dati relativi alla prima edizione di news-italia.

La presentazione di questo volume fornirà inoltre l’occasione per discutere, anche a partire dalle riflessioni di Giorgio Zanchini su modelli di sostenibilità e nuove strategie di consumo,  i dati della seconda edizione dell’indagine.

Parteciperanno: Sveva Avveduto, Roberta Bartoletti, Giovanni Boccia Artieri, Paolo Di Giannantonio, Piero Dorfles, Franca Faccioli, Fabio Giglietto, Filippo Nanni, Ruggero Po, Dennis Redmont, Massimo Russo, Antonio Sofi e Andrea Vianello.

RSVP su Facebook: https://www.facebook.com/events/229634693819357/.

Nuovi modelli per nuovi consumatori

[intervento di Giorgio Zanchini]

Le anticipazioni sull’indagine 2012 mi pare offrano diversi spunti di riflessione e preparino il terreno per ulteriori approfondimenti.

The News Media Ecology in Italy
Confronto 2011/2012 fra le piattaforme utilizzate per il consumo di informazione in Italia

Significativo mi sembra il dato sul rallentamento del tasso di penetrazione Internet e sulla diffusione di devices per accedere alle informazioni. Credo che esso sia in parte attribuibile alla crisi economica.

Crisi che peraltro colpisce il grosso dei Paesi europei, occorrerebbe dunque vedere se la tendenza al rallentamento è generale o in particolare italiana. Di un Paese, cioè, che già scontaun notevole ritardo. Sarebbe una conseguenza di un certo rilievo, perché confermerebbe la fragilità di un Paese che nei periodi di crisi taglia o non stimola i settori della formazione e dell’innovazione.

Ho l’impressione che nel parlare di televisione, cioè del mezzo mainstream per eccellenza, occorra avere grande cautela. Perché la crescita delle piattaforme e della visione non lineare sta producendo un aumento del tempo dedicato alla tv non una diminuzione (anche qui, c’entra la crisi economica). Nel 2007 i minuti medi al giorno erano 249, nel 2011, 268. Quanto di questo tempo sia destinato all’informazione pura è un altro discorso, ma il dato generale va tenuto presente.

Il calo della diffusione della tradizionale carta stampata – nazionale e locale – è oggettivo. E’ in parte bilanciato dalla crescita della ricerca di notizie in Rete. Solleverei due questioni: a) la crescita della pubblicità sui siti informativi non ha ancora sopperito il calo della pubblicità sui mezzi tradizionali. Meno soldi vuol dire ahimè un’informazione più povera, c’è dunque il rischio di una minore completezza; b) dobbiamo interrogarci non tanto sulla qualità dell’informazione su Internet – spesso ottima, superiore all’informazione tradizionale – quanto sulla sua fruizione. Siamo sicuri che tempo di lettura e attenzione ai contenuti siano gli stessi?

Mobile e social media: il rapporto fra attenzione e information overload

[post a cura di Fabio Giglietto]

Nonostante l’Italia non mostri significativi progressi nella diffusione dell’accesso a Internet, nel nuovo ecosistema dell’informazione si vanno delineando degli stili di consumo sempre meglio definiti che da una parte sembrano sollevare nuovi problemi e dall’altra lasciano intravedere innovative soluzioni a problemi noti.

La crisi della carta stampata è confermata dal confronto fra i risultati dell’indagine 2011 e 2012. Calano anche tutti i media tradizionali con la significativa eccezione delle televisioni allnews. Aumenta infine il numero di italiani che si informa su Internet.

L’età è un fattore importante nell’influenzare gli stili di consumo. La quasi totalità dei giovani adulti dichiara di informarsi su Internet, ma dai dati emerge uno stile di consumo ben diverso dal passato. Si tratta di uno stile che si distanzia dalle pratiche legate alla routine e all’informazione legata agli appuntamenti offerti dal sistema dell’informazione. I giovani adulti tendono ad imbattersi nelle notizie o a consultare rapidamente le fonti on demand e digitali quando hanno tempo libero. Questo stile di consumo comporta il rischio di rinunciare all’approfondimento?

A giudicare dai dati sul comportamento degli utenti che si informano attraverso smartphone e tablet si direbbe di no. Il problema dell’information overload è infatti meno sentito da questa categoria di utenti. Sembra infatti che la possibilità di utilizzare i tempi morti degli spostamenti per consultare le informazioni compensi il fatto che questi utenti siano esposti ad una maggiore quantità di segnalazione di notizie rispetto agli altri utenti che si informano in rete.

Proprio le segnalazioni che arrivano dai social media come Facebook e Twitter sembrano essere positivamente correlati con l’interesse per informarsi in rete attraverso i canali tradizionali come i siti dei quotidiani online e le App per smartphone e tablet.

Nella presentazione che segue sono riepilogati i dati principali dati a supporto di queste linee di ricerca.

Presentazione dell’edizione 2012

news-italia.orgLa progressiva diffusione di Internet in Italia sta modificando, come già avvenuto in passato in paesi con un più elevato tasso di accesso alla rete, l’eco-sistema mediale del nostro Paese. Ai canali e strumenti di accesso tradizionali si affiancano nuovi media caratterizzati da schermi di diverse dimensioni, ma accomunati dalla presenza di un processore e dall’accesso a Internet (computer, notebook, tablet, smart TV, smartphone). Ma Internet non significa solo nuove forme di ricezione. La natura bidirezionale dell’accesso in rete supporta infatti nuove pratiche di consumo mediale che vedono il fruitore giocare un ruolo più attivo.

Anche se la letteratura internazionale di riferimento è ricca di studi dedicati a questa transizione, manca in Italia una ricerca di respiro nazionale in grado di illustrare le specificità ed i tratti comuni delle nuove forme di produzione e consumo dei media nel nostro Paese.

Per questo motivo nel 2010 il laboratorio di ricerca LaRiCA ha definito le linee guida di un progetto dedicato a monitorare costantemente le trasformazioni dell’eco-sistema mediale e delle pratiche di consumo di informazione in Italia. A questo scopo sono state riutilizzate (dopo opportuna traduzione e localizzazione) batterie di domande e metodologia già utilizzate e testate negli Stati Uniti dal Pew Internet and American Life Project. I risultati ottenuti dall’osservatorio sono dunque non solo leggibili in forma diacronica, ma anche in forma comparativa rispetto alla realtà Statunitense.

L’indagine presentata nel 2011, basata su un campione di 1009 Italiani adulti rappresentativo della popolazione in base a età, genere e provenienza geografica intervistati telefonicamente, ha evidenziato sorprendenti somiglianze fra le pratiche di consumo dell’informazioni in rete negli Stati Uniti ed in Italia. E questo nonostante uno scenario di riferimento marcatamente diverso, a partire dalla percentuale di popolazione che accede a Internet (75% in US vs 58% in Italia) fino ad arrivare alle profonde differenze dell’eco-sistema mediale delle due nazioni. Tutto ciò portava a concludere che, nel probabile caso di un incremento della percentuale di popolazione con accesso a Internet in Italia nel corso dei prossimi anni, avremmo osservato nell’eco-sistema mediale dinamiche simili a quelle che abbiamo osservato durante gli scorsi anni negli Stati Uniti (emergere di nuove testate ed editori online come Huffington Post, continui tentativi di ibridare le strategie di storytelling tradizionali in forma transmediale, incremento delle forme di consumo di informazione personalizzate con progressivo allontanamento, specie fra i giovani, dalle logiche della appointment based television)

L’indagine svolta nel 2012, basata su un campione di 1031 Italiani adulti rappresentativo della popolazione in base all’età, genere e provenienza geografica intervistati telefonicamente, ha fatto registrare un rallentamento nei tassi di  penetrazione Internet (+2% sulla precedente rilevazione) rispetto alla crescita fatta registrare da paesi europei con caratteristiche simili (dati Eurostat). Osservando i dati in base alla provenienza geografica è possibile notare un tasso di crescita ragguardevole nelle regioni del Sud e delle Isole cui fa da contraltare una crescita molto lenta nelle regioni del Nord. Anche l’analisi per classi d’età, che nel 2011 mostrava un preoccupante divario fra i comportamenti dei giovani adulti (18-29 anni) e quelli delle altre classi, fa registrare segnali di crescita solo fra la popolazione con età superiore a 65 anni (+7% nell’accesso a Internet rispetto all’anno precedente). Fra chi accede a Internet, la quasi totalità dei soggetti (58% del campione) dichiara di aver cercato informazioni e notizie in rete. Il 31% (+3% rispetto al 2011) della popolazione italiana accede alle informazioni in mobilità attraverso i propri cellulari, smartphone o altri dispositivi mobili. La crescita di questa categoria di utenti è trainata dai giovani e dalle donne. Inoltre il 30% degli italiani appartiene alla categoria participatory news consumers ovvero chi produce, contribuisce, condivide o commenta le notizie trovate in rete.

Uno speciale focus dell’indagine 2012 è stato dedicato alla trasmissione Servizio Pubblico come caso significativo dei cambiamenti dell’eco-sistema mediale in Italia.

Nel report della ricerca sono discussi, alla luce dei nuovi dati, i cambiamenti nell’ecosistema dell’informazione nazionale, gli atteggiamenti e le opinioni degli italiani sull’informazione, le caratteristiche dell’informazione in rete, di quella attraverso i dispositivi mobili e di quella partecipativa. Rispetto a questi ultimi tre temi viene inoltre tracciato il profilo dell’internet news consumer, del mobile news consumer e del participatory news consumer anche in un’ottica diacronica rispetto allo scorso anno e comparativa rispetto agli Stati Uniti.

I risultati dell’indagine 2012 saranno presentati in anteprima domenica 29 aprile, presso la Sala Raffaello dell’Hotel Brufani durante lo spazio future12 del Festival del Giornalismo di Perugia.

Nei prossimi giorni pubblicheremo alcuni post curati dai ricercatori coinvolti nel progetto che anticipano alcune delle linee di indagine seguite.