Le fake news sono un problema. A renderlo più grave c’è la nostra fiducia nel ritenere di saperle riconoscere

L’Osservatorio NEWS-ITALIA monitora e descrive dal 2010 le trasformazioni dell’ecosistema dell’informazione nel nostro Paese. L’edizione 2017 è dedicata alla circolazione delle notizie false in rete e non. Balzato all’onore delle cronache a seguito dell’inaspettato esito delle elezioni Presidenziali americane del novembre 2016, il tema è diventato rapidamente oggetto di un imponente dibattito anche in Italia. Da una parte, il progressivo passaggio a un’informazione sempre più frequentemente fruita attraverso canali digitali solleva dubbi sulla qualità di notizie sempre meno controllate o controllabili dai tradizionali gatekeeper. Dall’altra, il dibattito ha aperto una riflessione complessiva sulla qualità e sull’equilibrio dell’informazione tradizionale prodotta nel corso degli ultimi anni da quotidiani, TV e radio in Italia.

Team di ricerca

Lella Mazzoli, Fabio Giglietto
Francesca Carabini, Giada Marino

Principali risultati

  • Il 70% degli italiani dichiara di informarsi attraverso internet e il 34% da Facebook o Twitter;
  • Fra chi usa internet, il 53% dichiara di incontrare in rete spesso notizie parzialmente o completamente false;
  • Tre su quattro ritiene che queste notizie contribuiscono a creare confusione fra gli Italiani rispetto a temi ed eventi correnti;
  • Meno del 5% degli intervistati dichiara di avere molta fiducia nei media tradizionali;
  • Questa percentuale sale al 12% quando le notizie arrivano dalla rete ed in generale gli intervistati dichiarano di credere più a blog e motori di ricerca (62%) che ai giornalisti di carta stampata, radio e TV (48%);
  • La fiducia nella rete cresce con il crescere dell’intensità di uso di internet per informarsi (fra cui segue più fonti e chi riceve informazione dai Twitter e Facebook).

Summary

Oltre la metà degli intervistati dichiara dunque di incontrare spesso notizie false o parzialmente false in rete. Esiste inoltre una diffusa consapevolezza circa la confusione che queste notizie contribuiscono a creare fra gli italiani. Al tempo stesso, gli intervistati mostrano di avere grande fiducia nelle proprie capacità di riconoscere le notizie false. A partire da questa apparente contraddizione, l’edizione 2017 dell’Osservatorio NEWS-ITALIA, analizza il fenomeno delle “fake news” in rapporto ai comportamenti, atteggiamenti ed opinioni degli italiani che si informano in rete e sui canali tradizionali. Ne emerge un quadro caratterizzato da una diffusa sfiducia nella capacità del sistema dei media tradizionali di informare in modo completo, accurato ed equilibrato. Questa sfiducia spinge gli intervistati a cercare, nonostante la consapevolezza delle possibili insidie, l’informazione attraverso canali digitali che, consentendo al consumatore di giocare un ruolo più attivo, promettono di poter diventare gatekeeper di se stessi.

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Media digitali, atteggiamenti ed opinioni degli Italiani su un sistema dell’informazione che cambia

Nell’ambito del Festival del Giornalismo di Perugia, Lella Mazzoli ha presentato i risultati dell’edizione 2014 di NEWS-ITALIA.

Nel corso degli ultimi anni stiamo assistendo, anche nel nostro Paese, a una fase di straordinari cambiamenti nell’ecologia dei media. Questi cambiamenti, da un lato, contribuiscono a modificare gli assetti e l’organizzazione del news-making e, dall’altro, favoriscono l’emergere di nuove pratiche di consumo dell’informazione.

Pur trattandosi di un argomento la cui straordinaria rilevanza è confermata dall’attenzione riservata dal tema nella letteratura scientifica, mancava in Italia un osservatorio in grado di restituire dimensioni e peculiarità che questi fenomeni vanno acquisendo nel nostro Paese.

Basata su interviste telefoniche ad un campione rappresentativo di Italiani adulti (18+), l’indagine NEWS-ITALIA, giunta ormai alla sua quarta edizione, ha fotografato a partire dal 2011 le opinioni e le preferenze degli Italiani in materia di consumo di informazione.

Le diverse batterie di domande, basate inizialmente su una localizzazione del questionario che il Pew Research Center utilizza per l’indagine annuale State of the News Media, ci hanno consentito di osservare il declino dei quotidiani nazionali e locali ed il progressivo affermarsi di internet. Nel tempo abbiamo potuto inoltre mettere a fuoco le variabili che incidono maggiormente sulle opinioni e sugli atteggiamenti gli Italiani hanno nei confronti delle notizie. L’uso di media digitali e l’età degli intervistati, appaiono da questo punto di vista, svolgere un ruolo importante.

Lo studio che proponiamo presenta i risultati di una indagine che, a partire dai dati NEWS-ITALIA, si è focalizzata sul rapporto fra tre diverse modalità di consumare informazioni in formato digitale (internet, siti di social network e dispositivi mobili), le opinioni (sull’information overload, sulla soddisfazione rispetto alla copertura dei temi più importanti e sull’obbiettività dei media) e gli atteggiamenti degli intervistati nella ricerca delle notizie. Nello specifico ci siamo chiesti se l’uso delle diverse modalità di consumo dell’informazione digitale cambiano le opinioni degli Italiani verso il sistema dei media e se gli atteggiamenti dichiarati dagli intervistati incidano sulle modalità di consumo dell’informazione digitale. In entrambi i casi ci siamo inoltre chiesti se la modalità di consumo dell’informazione digitale o piuttosto l’età degli intervistati fosse la variabile più rilevante per spiegare le opinioni e gli atteggiamenti.

I risultati dell’indagine mostrano l’importanza della variabile età rispetto alle opinioni e agli atteggiamenti verso il consumo di informazione. Gli intervistati di età compresa fra i 18 e 29 anni dichiarano di considerare eccessiva la quantità di notizie disponibili in misura significativamente inferiore (62%) rispetto alla media degli intervistati (71%). Al tempo stesso il loro giudizio sulla capacità dei media di coprire le notizie più importanti (55%) è peggiore rispetto alla media (62%). Rispetto al giudizio sull’obiettività dei media l’età non sembra essere una variabile determinante (lo è invece l’uso dei siti di social network come fonte di informazione).

L’età sembra essere una variabile che incide anche sugli atteggiamenti. In particolare rispetto alla domanda “Mi piace imbattermi in notizie riguardo argomenti sui quali non mi ero soffermato in precedenza”, oltre la metà dei giovani ha risposto affermativamente, contro una media del campione nazionale del 36%.